Amedeo Modigliani

Amedeo Modigliani
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Amedeo Modigliani arriva a Parigi nel 1906 per proseguire gli studi d’arte. Stabilitosi a Montmartre, dipinge inizialmente in uno stile che ricorda Steinlen (1859-1923), Toulouse-Lautrec (1864-1901) o Picasso (1881-1973) del periodo blu. Il 1909 segna una svolta. Dopo un breve soggiorno a Livorno, dove la linea già prevale sulla pennellata e sui colori, incontra lo scultore di origine rumena Constantin Brancusi (1876-1957). Si trasferisce alla cité Falguière a Montparnasse e si dedica prevalentemente alla scultura. In quest’epoca realizza le teste scolpite. Tuttavia, rinuncerà presto a questa tecnica a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute e del costo dei materiali per consacrarsi esclusivamente alla pittura.
Secondo lo scultore Zadkine (1890-1967): «Zborowski condusse Modi da Paul Guillaume, giovane mercante di quadri alquanto grasso e flaccido, che esponeva non solo quadri cubisti ma anche sculture negre ancora sconosciute al grande pubblico, sculture che avevo già notato qualche anno prima al British Museum, etichettate come etnografiche. Paul Guillaume acconsentì a farsi ritrarre da Modigliani. Le sedute di posa e di pittura si svolgevano in uno scantinato illuminato da una potente lampada elettrica e in cui troneggiava un litro di vino sul tavolo». (1) Modigliani esegue diversi ritratti del mercante datati 1915 e 1916.
Il Museo dell’Orangerie ne conserva una versione in cui Paul Guillaume, molto elegante, è presentato come il “novo pilota’’, ovvero il difensore della nuova pittura. Paul Guillaume affitta un atelier per il pittore e acquista numerose sue opere, prima che questi muoia prematuramente nel 1920. La sua vedova Domenica ha conservato un bel corpus di cinque dipinti, oggi custoditi al Museo dell’Orangerie.

(1) Ossip Zadkine, Le maillet et le ciseau. Souvenirs de ma vie, Paris, Albin Michel, 1968, p.92

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