David Claerbout. Primavera, lentamente

Backwards Growing Tree (Colour Sheet for Autumn), 2023
© Courtesy Studio David Claerbout © Adagp, Paris 2025
David Claerbout sviluppa sin dagli anni ’90 un lavoro incentrato sullo scorrere del tempo, realizzando principalmente video e relativi disegni, studi, storyboard e appunti dei diversi progetti. Claerbout invita lo spettatore a esplorare la pluralità dell’esperienza della durata attraverso la percezione dei cambiamenti, talvolta minimi. Un film come Boom (1996) propone l’osservazione lenta e attenta di un magnifico albero in aperta campagna. Solo il passaggio dell’aria attraverso il fogliame indica che l’immagine è in movimento, spingendoci a guardarla in modo accorto e contemplativo al tempo stesso. L’immagine, semplice e bella, esercita un fascino insolito mettendo in scena l’evidenza dello stare al mondo di questo albero.
«Per tornare alla questione del tempo come costruzione dello spazio, dice l’artista, spero davvero che la durata – e mi dispiace che si parli di lentezza a proposito dei miei film – sia un fattore in grado di corrodere la posizione autoritaria del narratore che vorrebbe «dirigere» lo sguardo. Ho bisogno di aprire lo sguardo e per farlo il tempo è il mio strumento, poiché influisce sullo spazio in cui si trova lo spettatore in quel momento». In una ricerca paragonabile a quella di Monet che riassumeva così il suo progetto «Voglio dipingere l’aria in cui si trovano il ponte, la casa, la barca. La bellezza dell’aria in cui si trovano, e questo non è altro che l’impossibile», David Claerbout aggiunge che ciò che gli interessa è instaurare, attraverso l’opera, un’esperienza spazio-temporale insolita. «Uso il cinema, spiega, come modalità di narrazione obsoleta e lo svuoto della sua funzione narrativa, delle promesse che questa contiene, per conservare gli elementi che lo costituiscono come linguaggio. Li ridistribuisco. Collaboro un po’ con questo linguaggio, non lo decostruisco formalmente, ma introduco delle disgiunzioni per inventare delle temporalità».
L’artista, che oggi vive ad Anversa, insegna ad Amsterdam alla Rijksakademie van beeldende kunsten dove ha studiato. Il suo lavoro è stato esposto in moltissime mostre, tra cui diverse monografiche in Francia: nel 2007, al Centre Pompidou, poi nel 2015 al Frac Auvergne a Clermont Ferrand e nel 2018 agli Abattoirs, Musée – Frac Occitanie di Tolosa. Le sue opere sono state acquisite da numerose istituzioni in tutto il mondo: Centre Pompidou di Parigi, Museum of Modern Art di New York, SFMOMA di San Francisco, De Pont Museum di Tilburg, Walker Art Center di Minneapolis, Hamburger Bahnhof – Museum für Gegenwart di Berlino, Musée d’art moderne di Parigi, MMK– Museum für Moderne Kunst e Städel Museum di Francoforte, Fondation Emmanuel Hoffmann di Basilea, Pinakothek der Moderne di Monaco di Baviera, Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington e Solomon R. Guggenheim Museum di New York.
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